Missione India
Pallahara
Un villaggio vissuto assieme ai bambini
I bambini e le bambine fuori la classe si divertono a salutare e a fare i cuori con le mani (Foto di Davide Garritano)
Il nostro percorso, nel villaggio di Pallahara, nella regione di Orissa, ha avuto inizio nel 2019. Una stretta collaborazione con un gruppo di volontari che si recava sul posto già da vent’anni. Dapprima con l’associazione denominata Il muro del sorriso, con presidente Luca Rubei. Quest’ultimo, dopo aver sciolto l’associazione, ha continuato a organizzare le missioni sul posto con altri volontari. E così, come dicevamo poc’anzi (nel 2019), l’inizio della collaborazione con Luca Rubei ha fatto sì che potessimo raggiungere il posto e iniziare la nostra avventura assieme ai bambini del villaggio.
Il luogo dove negli anni sono sorte strutture come dormitori e scuole, ma anche dei grandi bollitori per cucinare quantità di riso per tutti i bambini del villaggio, è gestito da un gruppo di missionari, i quali ospitano i nostri viaggi con entusiasmo e partecipazione. Negli anni, assieme, siamo riusciti a sviluppare dei progetti mirati a migliorare le condizioni di salute dei bimbi.
Professionalità, entusiasmo e condivisione: sorridere, si può!
Stefano e un bambino sorridono durante una visita nel dispensario (Foto di Davide Garritano)
Athos visita una bambina all’interno del dispensario (Foto di Davide Garritano)
Nelle foto, due dei nostri medici durante alcun delle visite nel dispensario. Nella prima immagine il dottor Stefano Gambioli, socio-fondatore della Onlus. Nell’immagine seguente Athos Gentile, direttore sanitario sempre della DiagnostiCare.
Proprio nel 2019, con il nostro arrivo, è partito il progetto che vedeva la formazione di un dispensario all’interno di una sala del villaggio. Ormai si può parlare al passato: la struttura è completamente funzionante. E ogni anno, i bambini accolgono con gioia e sorrisi l’arrivo dei medici. Le visite, per loro, sono anche un momento d’incontro, di gioco e di condivisione con gli stessi medici, che mettono a disposizione professionalità ed entusiamo.
Non solo i medici: la squadra è ampia
Giorgia mentre abbraccia un bambino dopo la visita (Foto di Davide Garritano)
Giulia e i ragazzi del villaggio con le mani al cielo (Foto di Davide Garritano)
Federica abbraccia un bambino, mentre gli altri le giocano attorno (Foto di Davide Garritano)
La squadra non è composta solo dai medici, e questo è un punto di vantaggio assoluto. Non solo le visite: durante le giornate che si succedono nel corso delle nostre missioni c’è anche bisogno di uno sguardo diverso.
Uno sguardo che si trova nelle ragazze che da sempre lavorano alla Onlus, sia nella sede romana ma anche e soprattutto nelle missioni: Giorgia, Giulia e Federica. E tanti altri volontari. Il gioco, in tutti i suoi aspetti (come quello di squadra che aumenta condivisione ed empatia), è parte intregante del nostro modo di concepire la missione.
Divertirsi con e assieme a quel pizzico di sana follia che appartiene ai bambini e far sì che si possa creare uno scambio tra noi e loro. Quel famoso dare-ricevere che lascia spazio solo al linguaggio del cuore.