Missione Madagascar Manazary
Dall’inizio del nuovo millennio siamo a Manazary
Un bambino del villaggio in braccio alla mamma (Foto di Davide Garritano)
Il primo viaggio, verso il piccolo villaggio di Manazary, in Madagascar, avviene a cavallo tra il secolo scorso e l’inizio del nuovo millennio. Il tutto fu dato vita da due medici: Stefano Gambioli e Athos Gentile, rispettivamente socio-fondatore e direttore sanitario della Onlus.
Da sempre, veniamo ospitati dalla suore di Santa Maria Ausiliatrice. All’inizio di questa avventura i medici dormivano nell’oratorio, senza acqua né corrente. Da lì capirono che l’aiuto doveva essere globale: sia medico, che sociale. Che poi, spesso e volentieri, i due fattori viaggiano sulla stessa retta, incontrandosi molte volte.
Dopo venticinque anni, i medici continuano a tornare in questa zona remota del Madagascar, accompagnati da un’intera squadra. Col tempo, infatti, molti volontari si sono uniti alla missione e hanno contribuito con il loro impegno a portare competenza, passione e un grande sorriso.
Il nostro grande progetto: tra cura e sorrisi
Stefano visita un signore del posto nel dispensario (Foto di Davide Garritano)
Nicola lascia appoggiare a sé la testa di un signore durante una visita (Foto di Davide Garritano)
Una signora del posto sorride assieme a Giulia dopo una visita all’addome (Foto di Davide Garritano)
Athos visita la gamba di un bambino nel dispensario (Foto di Davide Garritano)
Una bambina sorride mentre esce dal dispensario sulle spalle della nonna (Foto di Davide Garritano)
Un bambino gioca con Giorgia e Virginia dopo aver effettuato una visita nel dispensario (Foto di Davide Garritano)
Non poteva che essere in ambito medico. Ma come vedremo più avanti, non è l’unico. Lo definiamo grande, perché spesso tanti progetti partono nella testa ma, poi, non vengono portati a termine, o meglio: non vengono messi in atto.
Il nostro, invece, è tutt’oggi in funzione: un dispensario medico. Attivo tutto l’anno; con tre sale mediche, una sala ricovero con quattro posti letti e una sala/postazione odontoiatrica per piccoli interventi.
E ancora: il dispensario non vanta solo la struttura in sé. Negli anni è stata resa possibile l’assunzione di un medico locale e un’infermiera locale. In più: la costante fornitura di farmaci su base annuale; la strumentazione necessaria alla visite; gli integratori alimentari e il latte in polvere per i piccoli del villaggio.
Un luogo ove le culture s’incontrano. Un posto dove, oltre a mettere a disposizione una visita medica, cerchiamo sempre di regalare un sorriso a ogni persona che si appresta a entrarci. Ma soprattutto, e ci teniamo a sottolinearlo, una struttura che ha preso vita anche grazie alle piccole o grandi donazioni arrivate nel corso di questi anni.
Gli altri progetti all’interno del villaggio
La targa sulla scuola per periti agrari (Foto di Davide Garritano)
Foto di gruppo dopo un breve corso di BLSD (Foto di Davide Garritano)
Essere parte e dare vita a una missione non vuol dire solamente occuparsi di quello oggi si tende a definire come il proprio orticello. Uno sguardo oltre è quello che serve. Almeno per noi. E così, nel corso degli anni, oltre a operare nel settore di nostra competenza, siamo riusciti a dar vita ad altri progetti in ambiti diversi.
– Dal 2018 è stata completata la costruzione di una Scuola per Periti Agrari. Un ambiente per istruire molti giovani del luogo sui moderni metodi di coltivazione e allevamento. Da subito attiva, la scuola è dotata di campi per la coltivazione di riso e alberi da frutto. Un ricovero per allevamento di Umbi (zebù da latte), galline ovaiole e maiali. Un’azione voluta dopo esserci resi conto che era il modo giusto per favorire, guardando sempre al posto e ai suoi abitanti, una formazione e autosussistenza a lungo termine.
– Dopo solo due anni, nel corso del 2020, sempre presso la Scuola sopracitata, è stato lanciato il corso di apicoltura. Da subito ci si è mossi con l’acquisto dei materiali necessari per iniziare il corso, con 3 arnie. Nonostante il corso abbia conciliato, ahinoi, con lo scoppio della pandemia da Covid-19 in tutto il mondo, è a oggi ancora attivo. Gli sforzi sono stati premiati. E l’intento è quello di portare specialisti dall’Italia e formare studenti e studentesse anche dei villaggi vicini, o lontani, a questa pratica molto importante. Basti pensare che un vasetto di miele, venduto in Madagascar, può coprire il fabbisogno di una famiglia per uno o anche due giorni.